Cuore della civiltà etrusca, la Maremma ha vissuto fortune alterne passando sotto il dominio di grandi dinastie anche durante il periodo medioevale fino alla sua rinascita durante il Granducato di Leopoldo II di Toscana. La sua storia oggi è oggi raccontata attraverso testimonianze raccolte in musei moderni e multimediali e in siti archeologici disseminati in tutto il territorio e facilmente visitabili.
Lungo via delle Collacchie in località il Puntone presso Scarlino, si trova il museo Archeologico del Portus Scabris, che propone un’attenta illustrazione degli scavi archeologici subacquei effettuati nel golfo di Follonica, e che hanno portato alla luce un ingente numero di reperti archeologici. L’alta concentrazione di reperti in questa specifica area è dovuta ad un antico ed intenso traffico mercantile che coinvolgeva il porto di Scarlino già a partire dal III secolo a.c . nel borgo medioevale invece si trova un centro di documentazione del territorio, nel quale sono esposti materiali archeologici che illustrano le fasi di vita nell’area della rocca dall’età del bronzo al XVII secolo. Un’altro settore presente nel museo riguarda più strettamente la documentazione del territorio nel periodo etrusco, nel quale sono presentate, tra l’altro, le varie fasi delle campagne di scavo effettuate presso la vicina necropoli di Poggiotondo.
Il Museo del Ferro e della Ghisa di Follonica si trova all’interno del Forno di San Ferdinando, dentro quella che nell’ottocento era la città fabbrica. Si tratta di un viaggio a tappe nella storia della lavorazione del ferro dal periodo etrusco fino al 1960, anno in cui cessarono le attività di estrazione in questa zona. Il museo si compone di tre settori tra cui particolare rilievo arppresenta la sezione in cui sono esposti i modelli lignei che servivano a imprimere la forma voluta nella terra in cui colare il ferro fuso. Questa collezione rappresenta un unicum nella storia nazionale della siderurgia. I modelli furono disegnati e scolpiti da veri e propri artisti, poiché era volontà del Granduca Leopoldo II di fare dello stabilimento maremmano un significativo centro di ricerca e di sperimentazione, non solo a livello tecnico-produttivo, ma anche artistico.
Il Parco Minerario Naturalistico di Gavorrano è una delle porte del Geoparco Archeominerario delle Colline Metallifere istituito nel 2003 con lo scopo di riqualificare e valorizzare i resti paesaggistici dell’antica attività mineraria svolta in questa parte di Maremma. All’interno del Parco di Gavorrano si trovano due aree minerarie distinte: il Parco delle Rocce e l’area di Ravi-Marchi. Nel primo si trovano il centro d’accoglienza e l’ingresso alla galleria museo, ricavato nell’area che aveva la funzione di deposito degli esplosivi. Qui è allestita una mostra che ripercorre le varie fasi del cantiere minerario e le tecniche di estrazione dei vari materiali. All’uscita della galleria si sale verso il Teatro delle Rocce realizzato ai piedi della grande cava di San Rocco, uno spazio suggestivo ed imponente sede estiva di spettacoli, festival ed eventi culturali. Il parco di Ravi Marchi, invece, è un sito di archeologia industriale all’aperto nel quale è possibile visitare gli impianti di superficie in uso fino al 1965.
Il museo di Massa Marittima è un interessante percorso sviluppato all’interno di antiche che si snoda in 700 metri di gallerie allestite in modo tale da ricreare il tipico ambiente interno di una miniera. Sono state fedelmente riprodotte le diverse tipologie di armature utilizzate e le tecniche di estrazione del minerale dalle più antiche alle più moderne, infatti si possono anche ammirare attrezzature, macchine e vagoni per il trasporto del materiale in uso fino a pochi anni fa.
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